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ETERNeTA’: la vecchiaia può attendere

Il MUSE partecipa con lo spettacolo-conferenza ETERNeTA’: la vecchiaia può attendere alla Rassegna 2015 Teatro e Scienza, quest’anno dedicata al tema “Crimini e Magie”, che si svolgerà a Torino fino al 6 dicembre.

Per l’ottava rassegna del festival Teatro e Scienza, che si svolgerà fino al 6 dicembre in varie sedi fra Torino e la sua provincia, sono stati selezionati 14 spettacoli, 10 caffè-scientifici, 1 convegno, 1 mostra d'arte e 1 evento gastronomico. Tra questi, anche la conferenza scenica ETERNeTA’: la vecchiaia può attendere, frutto della collaborazione tra il MUSE di Trento e la compagnia trentina Teatrincorso. I testi, scritti da Elena R. Marino e Lucia Martinelli saranno messi in scena da Silvia Furlan, Lucia Martinelli e Massimiliano Tardio. 

ETERNEeTA’ è nato dall’incontro delle sensibilità di una ricercatrice (Lucia Martinelli), una regista (Elena Marino) e un’attrice (Silvia Furlan) che intendevano mettere a fuoco le problematiche suscitate dall’entrata nelle nostre vite delle innovazioni biotecnologie, in particolare dalle applicazioni con impatto maggiore sulle donne.
Nello spettacolo, che prende le forme di una conferenza scenica, si alternano parti recitate e narrazioni con supporti multimediali, con un’attrice e una ricercatrice che mettono a confronto punti di vista ed emozioni sugli intensi legami tra corso (“naturale”) della vita e innovazioni scientifiche. Il pretesto è il tentativo di rispondere a una questione centrale dei “riti di passaggio” presenti nelle nostre vite, quali l’invecchiamento: la scienza può consentirci di sfuggire ad un ciclo biologico “a termine”? e, soprattutto, può aiutarci ad evitare l’inesorabile decadimento che forse ci inquieta più della morte?

Il risultato è uno spunto di riflessione su un fenomeno biologico (aging) che interessa il nostro corpo e la società in cui viviamo. Ma nell’ironico dialogo tra “scienza” e “arte’” l’invecchiamento è soprattutto uno spunto per analizzare l’impatto dell’innovazione tecnologica sulla società, mediante la rappresentazione di alcune innovazioni (clonazione, immortalizzazione cellulare, bio-banche, procreazione medicalmente assistita) che ormai sono entrate nelle nostre vite, e la teatralizzazione delle aspettative che queste suscitano in noi.
Il progetto si inquadra nel nuovo movimento interdisciplinare, noto in Inghilterra come Sci-Arts movement, che promuove una maggiore collaborazione tra scienza e arte, in cui “chi fa scienza” è coinvolto attivamente nello sviluppo della performace teatrale. In questa esperienza i ruoli di scienza e arte rimangono distinti in una interazione tra narrazione scientifica e performance artistica in grado di coinvolgere ed emozionare. Stimolando razionalità ed emozione, si possono ottenere aumento di conoscenza e nuovi stimoli per far riflettere e intavolare proficui dibattiti sulla scienza. Il risultato è ottimo quando non è distinguibile se sia la scienza ad offrire all’arte argomenti su cui cimentarsi o se l’arte sia un veicolo per comunicare concetti scientifici e opportunità di riflessione al pubblico.