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Sbarca al Trento Film Festival Ghost of the mountains

E’ uno dei più misteriosi e carismatici grandi felini al mondo: è il leopardo delle nevi (Panthera uncia). Venerdì 6 maggio, alle 18.00, il MUSE partecipa al Trento Film Festival con Ghost of the mountains, documentario che racconta la spedizione dei ricercatori della Sezione di Biodiversità tropicale del MUSE nelle più impervie aree della Mongolia del nord per seguirne le tracce. Il film segue il loro viaggio e il lavoro, compiuto attraverso la tecnica foto-trappolaggio, per determinare presenza e il numero di leopardi delle nevi in quell’area. Girato dal regista Frederik Wolff Teglhus e da Annalisa Brambilla è una co-produzione dei due partner principali del progetto, MUSE e il Natural History Museum of Denmark. La proiezione, della durata di 50 minuti, si inserisce nella rassegna NaturaDOC, la speciale selezione dedicata ai documentari naturalistici che il MUSE ospita all’interno della programmazione del festival.

 

Ghost of the mountains - la spedizione. Il team di spedizione, composto da 4 ricercatori, 2 video-operatori e 2 ranger mongoli dell’Ufficio governativo dedicato alle aree protette, è approdato verso la metà di marzo 2015 fino a 2000 metri al margine della steppa nel Parco Naturale “Siilkhem B” e ha fissato il proprio campo base in una rudimentale casetta di pastori. Per le successive due settimane il gruppo si è occupato di allestire i primi 25 siti di monitoraggio, attrezzati con 2 foto-trappole ognuno per un totale di 50 macchine posizionate in un’area di circa 1000 chilometri quadrati. Il progetto ha avuto anche come finalità la formazione del personale locale, per condividere le tecniche di ricerca impiegate e proseguire così lo studio completando il posizionamento delle foto-trappole.

Nel corso degli ultimi 15 anni, la Sezione di Biodiversità Tropicale del MUSE ha condotto numerosi studi utilizzando la tecnica del foto-trappolaggio, che consiste nel posizionamento di una stazione fotografica collegata a un sensore che si attiva nel momento in cui l’animale entra nel raggio di azione dello strumento. Grazie a questa metodologia è possibile rilevare in modo non invasivo la presenza delle specie di più difficile avvistamento e studiarne l’ecologia. Tale tecnica ha permesso alla sezione di raccogliere rarissime immagini del leopardo delle nevi, per la prima volta documentato in modo sistematico nella regione dei Monti Altai, ma anche immagini di altri mammiferi presenti nell’area, dal lupo e stambecco fino al raro gatto di Pallas, piccolo e poco conosciuto felino che vive in Asia centrale. Lo studio sul leopardo delle nevi è la prima mappatura in grado di determinare la consistenza del grande felino in quest’area, una priorità scientifica secondo lo Snow Leopard Network, panel che raggruppa tutti i maggiori esperti a livello internazionale di questa specie.