Mostre


Mostra d’arte “Modica, Savinio, Caruso e Calabria: quattro interpreti della grande Scuola romana del Novecento”

Dopo la lunga pausa per la pandemia tornano “I cicli dell’arte” con l’evento conclusivo
Modica, Savinio, Caruso e Calabria al Museo universitario
L’esposizione (visibile anche online) organizzata con la Fondazione Immagine

È trascorso poco più di un anno, eppure appare lontanissimo il tempo pre-pandemia quando una mo-stra d’arte “in presenza”, come si dice oggi, era un evento assolutamente normale. Quel che è acca-duto negli ultimi 15 mesi ha invece stravolto abitudini e aspettative dell’intero pianeta e solo da qual-che settimana si sta faticosamente e lentamente recuperando la normalità perduta. Il Museo universi-tario si rimette in corsa proponendo sia online che in presenza il sesto (e ultimo) appuntamento con “I cicli dell’arte”, la straordinaria esposizione a puntate partorita dalla fervida mente di Alfredo Pa-glione, il mecenate che ha donato attraverso il museo alla città tutta una incredibile collezione di opere e di oggetti d’arte, molti dei quali perennemente esposti e altri utilizzati per affascinanti mostre temporanee. I cicli dell’arte ha rappresentato proprio questo: l’occasione per far ammirare ai visitatori una antologia di quadri e sculture firmati da artisti, non solo italiani, che hanno segnato la storia dell’arte del Novecento. Protagonisti di quest’ultima tappa dell’esposizione sono Giuseppe Modica, Ruggero Savinio, Bruno Caruso e Ennio Calabria, quattro artisti di assoluto valore, dei quali il Museo, come sempre in questo ciclo in collaborazione con la Fondazione Immagine, propone una significa-tiva antologia di opere.

Una mostra che da domani, 13 maggio, si potrà visitare comodamente da casa collegandosi al link https://www.emaze.com/@AOWQZOQQT/modica-savinio-caruso-e-calabriaqua oppure anche re-candosi in Museo, nella sala delle esposizioni temporanee.
Quattro artisti a tutti gli effetti catalogabili in una delle “Scuole romane” che hanno segnato la capi-tale, come scrive Alberto Dambruoso nel saggio critico che accompagna la mostra, “nel corso di tutto il Novecento, non fosse altro perché Roma ha sempre rappresentato per gli artisti di tutto il mondo uno dei luoghi privilegiati per la creazione artistica. Non è un caso, infatti, che la maggior parte degli artisti che hanno fatto parte delle varie “scuole romane” provenissero, come avvenne anche per la Scuola di Parigi, da altre città. È questo il caso anche dei quattro artisti presenti in mostra presso il Museo Universitario di Chieti: Modica, Calabria, Savinio e Caruso, nessuno dei quali è nato a Roma. A eccezione di Calabria, nato a Tripoli ma già da bambino trasferitosi a Roma, gli altri artisti si sono formati nelle città di origine ma hanno scelto poi fin da giovani di trasferirsi a Roma, che all’epoca costitutiva, insieme a Milano, il luogo ideale non solo per poter emergere ma soprattutto per entrare in contatto con i grandi maestri dell’arte italiana. Ruggero Savinio, ad esempio, apprese a dipingere grazie alle lezioni impartitegli dallo zio Giorgio De Chirico”.

E proprio a De Chirico e alla Metafisica – suggerisce Dambruoso – bisogna indirizzare lo sguardo “per individuare il trait d’union che accomuna gli artisti presenti in mostra. Una metafisica certamente rivisitata, di nuovo conio, è quella che si può cogliere nelle opere di Giuseppe Modica, ma anche di Bruno Caruso, Ennio Calabria e Ruggero Savinio”.

 Le precedenti tappe della serie “I CICLI DELL’ARTE - Le Collezioni di Alfredo e Tere-sita Paglione” organizzate da Museo universitario e Fondazione Immagine:
1. “Il fascino dell’Immagine” (21.12.2018 – 08.03.2019). Mostra cammeo con una selezione della grande e importante collezione d’arte contemporanea generosamente donata nel 2015 al Museo uni-versitario da Alfredo Paglione, riprodotta anche nel calendario 2019 del Museo, diffuso con migliaia di copie in tutta Italia. Saggio critico di Gabriele Simongini.

2. “L’immagine, l’energia, la materia” (09.03.2019 – 02.05.2019). Sculture di Giuseppe Bergomi, Giacomo Manzù, Marino Marini, Francesco Messina e Matias Quetglas, cui va aggiunto Paolo Bor-ghi, autore de La tartaruga teatina che dal 2014 arricchisce la città proprio di fronte all’ingresso del Museo. Saggio critico di Maria Cristina Ricciardi.
3. “Aligi Sassu, un espressionismo lirico” (04.05.2019 – 23.07.2019). Una serie di capolavori di uno dei massimi artisti italiani del secolo scorso, collezionati e raccolti con passione e affetto da Al-fredo Paglione che di Sassu è stato amico, cognato e gallerista di fiducia. Saggio critico di Elena Pontiggia.
4. “Goya. La provocazione e la guerra” (26.07.2019 – 29.09.2019 con proroga 8 – 20 ottobre 2019). Quaranta incisioni originali del grande artista spagnolo, esposte per la prima volta in Abruzzo. Saggi critici di Raffaella Morselli e Cecilia Paolini.
5. “Bellezza e poesia nell’opera di Claudio Bonichi” (21.12.2019 – 29.02.2020 con proroga sino al 29.03.2019). Undici tele che, attraverso nature morte o figure femminili, le une e le altre foriere di grandi emozioni, regalano al visitatore preziosi momenti di fascinazione. Saggi critici di Raffaella Morselli e Cecilia Paolini.