Aprile 2019 - N. 18

Memorie

Anno: 2019
Volume: 18

Riassunto

Fra i tanti vantaggi della rivoluzione digitale ci sono anche il trattamento strutturato delle informazioni e gli strumenti di collaborazione per condividere conoscenza e competenze. Se ci restringiamo a un settore particolare del patrimonio culturale, sono oggi disponibili tecnologie sia per riunire in un’unica base di conoscenza le informazioni di catalogazione e documentazione di tutte le collezioni afferenti a quel settore, sia per gestire tale conoscenza in collaborazione con tutti gli esperti di quel dominio. Rispetto ai tradizionali cataloghi-elenchi (un reperto, una scheda), una base di conoscenza condivisa offre vantaggi cruciali: esplicita le relazioni, elimina replicazione e inconsistenza, abilita il “distant reading”, cioè l’osservazione delle informazioni nel loro insieme.
Un tale strumento permette a conservatori e curatori di concentrare il loro impegno sulle collezioni: le informazioni nella base di conoscenza sono di riferimento per identificare i reperti, per condurre ricerche storiche, per costruire la documentazione di un’esposizione. La condivisione delle informazioni è garanzia di affidabilità dei contenuti e mezzo di collaborazione fra colleghi. Computing History Knowledge Base (CHKB) è un sistema software per riunire in un’unica base di conoscenza le informazioni di tutte le collezioni afferenti a un settore particolare del patrimonio scientifico: la storia dell’informatica. CHKB realizza una doppia economia: è un uso pieno delle tecnologie disponibili e permette a curatori e conservatori di sfruttare al meglio il loro tempo. Il modello di CHKB è applicabile ad altri domini del patrimonio culturale.

Parole chiave
base di conoscenza, patrimonio tecnico-scientifico, lavoro cooperativo, storia dell’informatica.

Structuring and sharing of knowledge, information technologies and economy of cataloguing

Abstract

Structured managing of information and sharing of expertise through cooperative work are two of the many benefits resulting from the digital revolution. If we focus on a particular field of cultural heritage, viable technologies exist to set up a single knowledge base of all cataloguing and documentation information about all collections related to the given field. Moreover, it is possible to engage all the experts of the domain in the cooperative management of such knowledge. With respect to the traditional way of cataloguing (one record for each piece), a shared knowledge base has valuable benefits: relations are made explicit, replication and inconsistency are avoided, distant reading, that is observing the domain as a whole, is made possible. Such knowledge base allows keepers and curators to focus their efforts on collections: the available information is an useful reference for identifying pieces, for historical research and for documentation of exhibits. Sharing of information guarantees reliability of contents and reinforces cooperation among colleagues.
Computing History Knowledge Base (CHKB) is a software system to maintain in a shared knowledge base all information about all collections related to a particular field of the scientific and technological heritage: computing history. CHKB permits a double economy: it is a full exploitation of available technologies and saves time and effort of keepers and curators. CHKB model can be applied to other domains of cultural heritage.

Keywords
knowledge base, technological and scientific heritage, cooperative work, computing history.

p. 84 / Aprile 2019 - N. 18

Riassunto

Il progetto GERT (Generare Reti Territoriali) è stato promosso dal Comune di Brescia per coinvolgere i cittadini nel censimento naturalistico del territorio. L’obiettivo del presente lavoro è di valutare orientativamente l’adesione al progetto da parte dei cittadini, il tipo di dati inviati e la relativa distribuzione spaziale e temporale. Nel periodo compreso tra maggio e ottobre 2016 sono state ricevute più di 1000 segnalazioni (il 75% identificate al rango di genere o di specie) di flora vascolare, fauna (vertebrata e non), ma anche briofite, licheni e funghi. Tali segnalazioni provengono in massima parte dal territorio comunale e dalle aree limitrofe e sono state raccolte prevalentemente nei giorni infrasettimanali dei due periodi equinoziali del 2016.

Parole chiave
biodiversità, monitoraggio volontario, tipo di dati.

GERT project: Nature and Citizen Science at the Natural Science Museum of Brescia

Abstract

GERT project (Generate Territorial Networks) was promoted by the Municipality of Brescia to involve citizens in the naturalistic census on the territory. The aim of this work is to evaluate the participation to the project by citizens, the type of data sent and its spatial and temporal distribution. Between May and October 2016 more than 1,000 reports (75% identified to the rank of genus or species) of vascular flora, fauna (vertebrate and not), but also bryophytes, lichens and fungi were received. These data comes mostly from the municipality area and from surrounding areas. They were collected mainly during the week of the two equinoctial periods of 2016.

Keywords
biodiversity, volunteer monitoring, type of data.

p. 87 / Aprile 2019 - N. 18

Riassunto

L’esigenza di digitalizzare le collezioni di storia naturale è forte da diversi decenni in tutto il mondo. I musei di storia naturale, depositari di gran parte di queste collezioni, sono quindi chiamati a un compito lungo e difficile, che deve necessariamente tenere conto della realtà nazionale. Nonostante l‘istituzione del Network Nazionale della Biodiversità, l‘Italia è in forte ritardo con i processi di digitalizzazione, spesso anche a causa di competenze divise tra enti diversi.
L‘Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS), come punto di riferimento nevralgico dei musei con le istituzioni, può avere un ruolo determinante nell‘opera di digitalizzazione che inevitabilmente, nel medio termine, dovrà cominciare.

Parole chiave
CollMap, digitalizzazione, Network Nazionale della Biodiversità, sistemi federati.

Production and aggregation of primary biodiversity data in the framework of the Italian system of natural history museums

Abstract

The need for digitizing natural history collections is strong all over the world since several decades ago. Natural History Museums, which are custodians of most of these collections, are therefore called to a long and difficult task, which must necessarily take into account the national situation. Despite the establishment of the National Biodiversity Network, Italy is lagging behind with digitization activities, often due to shortcuts of competences, which can occur among different institutions. The National Association of Scientific Museums (ANMS), being a common interface for the museums with the institutions, can hence play a fundamental role in the digitization process, which will eventually begin in next few years.

Keywords
CollMap, digitization, National Biodiversity Network, federated database systems.

p. 92 / Aprile 2019 - N. 18

Riassunto

Le soluzioni tecnologiche disponibili permettono oggi di fornire alle collezioni una “nuova vita” digitale nella quale le immagini completano i metadati dei reperti. In Italia le collezioni naturalistiche e scientifiche trovano tuttavia ancora poco spazio nell’universo digitale e ciò limita sempre più gravemente le potenzialità di comunicazione e divulgazione dei musei. Tra i motivi che concorrono a creare questa situazione, probabilmente i problemi tecnici di imaging dei reperti hanno un ruolo importante: fogli d’erbario, vetrini con preparati microscopici, esemplari in pelle, insetti conservati a secco, campioni conservati in alcol e preparati osteologici richiedono tecniche assai differenti. Il nostro gruppo di lavoro ha iniziato a valutare e sperimentare numerose metodologie di digitalizzazione, concentrando inizialmente il lavoro su uno dei settori meno sviluppati: quello del digital imaging di campioni in alcol. Abbiamo progettato e realizzato un prototipo di sistema di ripresa a basso costo con  tecniche stop motion che acquisisce in maniera semi-automatica immagini ad alta definizione. Queste possono essere opportunamente organizzate e diventare fruibili interattivamente via web browser, su smartphone, tablet e computer. È inoltre in corso di sperimentazione la possibilità di realizzare modelli 3D con tecniche a basso costo, in grado di riprodurre fedelmente reperti osteologici ed esemplari di dimensioni medio-piccole con buon livello di risoluzione. Tutte le immagini e i modelli realizzati possono essere collegati ai metadati dei campioni e integrati in software di gestione delle collezioni, e/o utilizzati mediante applicazioni dedicate.

Parole chiave
virtualizzazione, stop motion, single-row, multi-row, 3D imaging.

Digital imaging of specimens in museum collections of natural history: problems and perspectives

Abstract

The recent digitization technologies allow museums to open collections up to a wider audience. The most innovative technological solutions allow museums to provide a “new digital life” to specimens. In Italy, however, naturalistic and scientific collections still receive little attention in the digital universe and thus a large amount of information therefore remains unknown. Technical difficulties in digitizing the museum specimens play a key role in not applying digital methods. They result mainly from the diversity of the specimens (herbarium sheets, organisms on microscope slides, leather specimens, dry preserved insects, alcohol preserved samples and osteological preparations) which require very different approaches for their digitization. With this in mind, our group have begun in evaluating and testing various digitization methods and tools and therefore focusing our attention on one of the least developed sectors, that is the digital imaging of samples in alcohol. We have designed and create a prototype low-cost filming system with stop motion, single and multi-row techniques, which captures high-definition images in a semi-automatic manner. The images can be suitably organized and become available via web browser by smartphone, tablet and personal computer. We are also evaluating how acquire and conceive 3D models with low-cost techniques, which are able to faithfully reproduce with a good level of image resolution osteological preparations and medium-small sized specimens. All built images and models can be linked to sample metadata; these might be integrated in a collection management system that organizes and manages a museum’s collections using a dedicated software and/or applications.

Keywords
virtualization, stop motion, single-row, multi-row, 3D imaging.

p. 96 / Aprile 2019 - N. 18

Riassunto

Il Valdarno Superiore ha attrattori turistici e una forte presenza stagionale, che tuttavia migra costantemente verso le vicine Firenze, Arezzo e Siena; il territorio inoltre paga la divisione amministrativa in due provincie e la mancanza di un piano di marketing turistico condiviso.
Il Museo Paleontologico di Montevarchi, per natura giuridica autonoma, tipologia delle collezioni e storicità, può offrire un contributo significativo alla sinergia tra musei e turismo, basato su potenziale narrativo, capacità formativa e offerta di servizi.

Parole chiave
scienze naturali, territorio, rete, marketing turistico, servizi.

The new Museo Paleontologico of Montevarchi (AR). Experimentations for the promotion of the Upper Valdarno

Abstract

Valdarno has tourist attractions and a strong seasonal presence, which still constantly migrates to Florence, Arezzo and Siena; The area also pays the administrative division into two provinces and the lack of a shared tourism marketing plan.
The Museo Paleontologico of Montevarchi, thanks to his indipendent legal status, wideness of collections and historicity, can offer a significant contribution to the synergy between museums and tourism, based on narrative potential, training competence and services offered.

Keywords
natural sciences, territory, network, tourism marketing, services.

p. 102 / Aprile 2019 - N. 18

Riassunto

Una cospicua presenza di turisti compone il pubblico del Museo Civico di Storia Naturale “G. Doria” di Genova.
È quanto emerge da uno studio di audience development svolto durante l’estate 2015.
Quattro visitatori su 10 sono non residenti, sia italiani che stranieri. Ma come sono giunti al museo? Quali sono le peculiarità di questo tipo di pubblico? Dati raccolti attraverso metodi quantitativi descrivono i canali di comunicazione del Museo con questo “nuovo” segmento di pubblico e l’esperienza della visita, rilevando analogie e differenze con il pubblico locale.
Il contributo presenta i punti di forza e i punti di debolezza di questa realtà museale profondamente radicata nel territorio genovese ma tuttavia capace di attrarre anche i turisti. Inoltre, mette in evidenza come i cambiamenti richiesti per migliorare l’offerta verso i turisti soddisfino anche le esigenze del pubblico locale. Questo caso di studio è un esempio per dimensioni, organizzazione e offerta di museo medio italiano di storia naturale. Per questo molte considerazioni possono essere estese ad altre realtà nazionali.

Parole chiave
sviluppo del pubblico, museo di storia naturale, studio di valutazione, turisti.

(Not) accidental tourists. Similarities and differences among the publics of the Natural History Museum of Genoa

Abstract

The results of the visitor study carried out during the summer 2015 showed a very large turnout of tourists at the “G. Doria” Museum of Natural History in Genoa.
Four out of ten visitors were non-residents, coming from other Italian cities and abroad. The main outcomes of the research revealed the motivation and the profile of the “Doria” visitors. Data collected through quantitative methods describe: the Museum’s communication channels with this “new” segment of the public, the experience of the visit, and similarities and differences between the local and tourist public. The study points out the strengths and weaknesses of this iconic Genoese museum, highly appreciated by the local population but also popular attraction among the tourists. Furthermore, the study outcomes pinpointed the changes required to improve the offer.
This case study represents the average Italian museum of natural history, for size, organization and visit experience. For this reason, many considerations could be extrapolated to other national realities.

Keywords
audience developlement, natural history museum, evaluation study, tourists.

p. 107 / Aprile 2019 - N. 18

Riassunto

Gli autori presentano COME-IN! (Cooperazione per una piena accessibilità ai musei – verso una maggiore inclusione), un progetto che ha preso avvio il 1° luglio 2016 nell’ambito del programma Interreg CENTRAL EUROPE. Il Segretariato Esecutivo dell’Iniziativa Centro Europea, capofila, coordina una rete di musei, associazioni di disabili, accademici, istituti di formazione e decisori politici, provenienti dall’Europa centrale, che si impegnano a individuare standard transnazionali e a trasferire competenze tecniche per assicurare l’accessibilità ai musei coinvolti nel progetto. Più precisamente, il progetto si occuperà di stabilire e mettere a disposizione delle linee guida per riorganizzare in modo accessibile collezioni e mostre, assieme a un manuale di formazione per gli operatori museali. Infine, verrà realizzata un’etichetta COME-IN! che fungerà da strumento promozionale, che potrà essere assegnata ai musei che applicheranno gli standard di accessibilità stabiliti nell’ambito del progetto. L’etichetta sarà promossa a livello transnazionale, nazionale e locale al fine di garantire la visibilità dei musei aderenti e la sostenibilità e trasferibilità del progetto.

Parole chiave
accessibilità, inclusione sociale, formazione, turismo accessibile.

Museums toward accessibility: a centraleuropean case of study

Abstract

The authors present the project COME-IN! (Cooperating for Open access to Museums – towards a widEr INclusion), which is funded under the Interreg CENTRAL EUROPE Programme. The Central Europe an Initiative–Executive Secretariat, in its capacity as Lead Partner, coordinates a multifaceted network of Museums, Disability associations, Academic representatives, training institutions and Policy makers from Central Europe area, that will contribute to define transnational high level standards and ensure know–how transfer to guarantee accessibility to museums involved in the project. More precisely, guidelines will be develop to help organizing accessible collections and exhibitions and a training handbook for museum operators will be made available. An innovative promotional tool, the COME-IN! label, will be developed to award museums complying with the established accessibility standards. The label will be promoted on transnational, national and local level to ensure its sustainability and transferability.

Keywords
accessibility, social inclusion, training, accessible tourism.

p. 112 / Aprile 2019 - N. 18

Riassunto

Il contributo riporta esperienze condotte al Museo Civico di Zoologia di Roma, per l’inclusione socioculturale di migranti e rifugiati. I musei scientifici possono avere un ruolo di “contact zone”, in quanto le collezioni interessano persone di ogni età e cultura. I casi riportati ne sono una testimonianza; migranti e rifugiati in visita al Museo hanno mostrato apprezzamento, partecipazione e apertura al dialogo culturale.

Parole chiave
musei e migranti, inclusione, dialogo culturale, intercultura.

Scientific Museums and migrants: experiences between inclusion and Interculture

Abstract

This contribution refers some experiences carried out at the Roman Civic Museum of Zoology, to favor sociocultural inclusion of migrants and refugees. Scientific museums are “contact zone”, since collections interest people independently from age, culture and education. The reported examples confirm this potentiality; the migrants and refugees visiting the Museum, revealed appreciation, participation, openness to cultural dialogue.

Keywords
museums and migrants, inclusion, cultural dialogue, interculture.

p. 116 / Aprile 2019 - N. 18

Riassunto

Il sistema di istruzione italiano mostra attualmente difficoltà nell’introduzione del paradigma di educazione sostenibile. I curricola promossi, infatti, pur trasmettendo contenuti significativi agli studenti, non appaiono, tuttavia, adeguati a rafforzare il pensiero critico e l’azione consapevole negli stessi. La biodiversità, la sostenibilità energetica, la qualità ambientale e i cambiamenti climatici costituiscono, infatti, tematiche complesse che necessitano di collegare elementi articolati e apparentemente isolati. Per superare la crescente crisi del modello “normale” della conoscenza, essenzialmente basato sulla trasmissione di informazioni, e per introdurre una logica interdisciplinare necessaria per la comprensione e il collegamento delle tematiche suddette, la collaborazione tra istituti di istruzione e diversi soggetti pubblici e privati, esterni al mondo scolastico, sembra costituire uno degli strumenti più efficaci. Il Museo Nazionale dell’Antartide – Sezione di Trieste ha sperimentato negli ultimi anni diverse modalità di pedagogia partecipativa (lezione socratica, peer education, apprendimento collaborativo) che, unite a una moderna esposizione con annesse aule conferenze e laboratori didattici, hanno dato modo di sviluppare curiosità e capacità critica verso tematiche ambientali e climatiche normalmente di difficile comprensione.
Si è evidenziata in tal modo la valenza dei musei scientifici come luogo di apprendimento informale, dove studenti e persone di età diversa possono incontrarsi per discutere e divenire loro stessi “produttori” di cultura.

Parole chiave
Antartide, ambiente, clima, pedagogia partecipativa.

National Museum of Antarctica in Trieste: integrate teaching methods for learning environmental and climatic changes

Abstract

The Italian education system is currently showing difficulties in the introduction of sustainable education paradigm. In fact, the curricula promoted while transmitting significant content for the students doesn’t appear appropriate to strengthen critical thinking in them. Biodiversity, energy sustainability, environmental quality and climate change are complex issues needing to connect elements articulated and apparently isolated. To overcome the growing crisis of the “normal” model of knowledge based essentially on information transmission and to introduce an interdisciplinary logic necessary for understanding and the connection of the above issues, the collaboration between educational institutions and private organizations, external to schools, seems be one of the most effective tools.
The National Museum of Antarctica – Trieste Section, has experienced in recent years, various participatory pedagogy methods (socratic lesson, peer education, collaborative learning) together with a modern exposure and teaching laboratories and allowed to develop curiosity and critical capacity towards environmental and climate concerns of difficult understanding. It is highlighted the value of the scientific museums as places of informal learning, where students and people of different age can meet to discuss and become themselves “manufacturers” of culture.

Keywords
Antarctica, environment, climate, participative pedagogy.

p. 119 / Aprile 2019 - N. 18

Riassunto

L’obiettivo della legislazione dell’Unione Europea e delle associazioni di zoo internazionali è quello di far sì che i giardini zoologici mitighino la perdita di specie attraverso qualificate attività di educazione alla conservazione, facilitando la connessione della gente alla natura e incoraggiando comportamenti sostenibili nei visitatori. È necessario però che i programmi educativi siano integrati al fine di rendere consapevoli i visitatori delle diverse realtà sociali, economiche e culturali delle regioni dove i conflitti tra uomo e animali selvatici si manifestano.
Mentre poi alcune storie sono ripetute innumerevoli volte, come il declino dell’elefante africano a causa del bracconaggio, ve ne sono altre, come l’ancora più drammatica situazione dell’elefante asiatico, che sembrano sottovalutate. I giardini zoologici si devono assicurare che il loro messaggio conservazionistico enfatizzi anche il dovuto rispetto alle minoranze etniche e sia basato su principi democratici.

Parole chiave
educazione alla conservazione, CITES, elefanti, interculturalità, diritti umani, sviluppo sostenibile.

Zoos and storytelling: is really so easy to divulgate biodiversity conservation?

Abstract

Aims of EU legislation and international zoo associations is to mitigate the extinction of biodiversity through quality conservation education that raises awareness, connects people to nature and encourages sustainable behaviors in the millions of people that engage with zoos and aquariums annually. This must be associated and integrated with awareness of the social, economic and cultural situation of peoples where conservation conflicts occurs. As showed with examples from the conservation status of African and Asiatic elephants, there is often a vociferous emphasis on some threats for some species while others are glossy overlooked. If conservation has to succeed in the long-term globally, zoos have an important role assuring their conservation mission achieve also a message of democracy and inter-cultural values.

Keywords
conservation education, CITES, elephants, interculturalism, human rights, sustainable development.

p. 124 / Aprile 2019 - N. 18