Agosto 2019 - N. 19

Memorie

Anno: 2019
Volume: 19

Riassunto

L’approccio dell’antropologia collaborativa è considerato oggi irrinunciabile se si vogliono affrontare le contraddizioni legate alla musealizzazione di reperti etnologici e antropologici. Tuttavia, perché venga realizzato in maniera efficace, esso richiede un profondo ripensamento della cornice teorica e delle metodologie sia nell’ambito della ricerca sulle collezioni che nei criteri espositivi, divulgativi e didattici. Concetti come “territorio” e “comunità dei collaboratori scientifici” devono essere necessariamente ampliati. Inoltre la costruzione di un network di relazioni assume un ruolo fondamentale. L’esperienza collaborativa iniziata a Firenze nel 2012 e sviluppata in questi anni con popoli nativi del Brasile ha messo a fuoco le potenzialità e le problematiche che questo approccio propone.

Parole chiave
Amazzonia, Brasile, popoli nativi, museologia.

Collaborative anthropology: the Florence experience

Abstract

Collaborative anthropology is today considered an essential approach for tackling the contradictions inherent in any museum with ethnological and anthropological collections. However, in order for collaborative anthropology to be effectively implemented, it requires a profound rethinking of the theoretical and methodological frameworks associated both with field work as well as with exhibition, dissemination and teaching of anthropological materials. Concepts such as “territory” and “community of scientific collaborators” needs to be expanded. Clearly, the construction of an extensive network of relationships plays a fundamental role. The collaborative experience started in 2012 by the anthropology section of the Natural History Museum in Florence is an example. A collaborative anthropology program was developed with native peoples of Brazil. This experience revealed the potentials and problems associated with various aspects of collaborative anthropology both in regards to research and as well as practices of exposition, dissemination and education.

Keywords
Amazon, Brazil, native people, museology.

p. 194 / Agosto 2019 - N. 19

Riassunto

Fondato nel 1814, il Gabinetto anatomico dell’Università degli Studi di Perugia è un tipico prodotto della politica culturale napoleonica che prevedeva una modernizzazione degli atenei e delle discipline di studio. A partire dalla sua istituzione, e fino agli anni ’30 del XX secolo, il Gabinetto è stato arricchito di manufatti e reperti che documentano l’evoluzione della medicina in uno dei periodi più cruciali nella storia della disciplina. Il nuovo allestimento prevede le sezioni di anatomia artificiale, anatomia naturale e antropologia criminale che illustrano la percezione delle scienze mediche da parte dei docenti e del pubblico nel corso del tempo. Gli spazi espositivi sono stati concepiti per rispondere a diverse problematiche pratiche, didattiche e di conservazione: presentare le sezioni in modo immediatamente percepibile, distribuire gradevolmente i numerosi reperti in una sala di dimensioni ridotte, rassicurare il pubblico che si approccia a campioni caratterizzati da una forte carica emotiva.

Parole chiave
anatomia umana, antropologia criminale, museografia, strategie di comunicazione.

A New Set-up for the Museum of Human Anatomy of the University of Perugia

Abstract

The Anatomical Cabinet of the University of Perugia, established in 1814, is typical of the cultural milieu of the Napoleonic era which includes updated schemes of university organization and disciplines taught therein. Since its foundation and until the 1930s, the Anatomical Cabinet has been enriched with hand-made objects and anatomical rests, which document the evolution of medicine during one of the most crucial periods of anatomical studies. Its new and recent set-up consists of several sections (i.e., artificial, natural, and forensic anatomy) which illustrate the perception of medical disciplines by anatomy professors and the public at that time. Displays have been conceived to satisfy practical criteria as well as teaching and conservational needs: sections are displayed to allow a rapid perception of the objects, the engaging distribution of numerous objects in a relatively limited space, and avoidance of unnecessary and/or excessive emotional stimuli to subjects observing the parts of the human body.

Keywords
human anatomy, forensic anthropology, museography, communication strategies.

p. 198 / Agosto 2019 - N. 19

Riassunto

Il progetto “Mut(u)azioni tra arte e scienza” è stato finanziato dal MIUR (Bando Legge 6/2000 - 2014), e ha visto la partecipazione dei licei artistici umbri di Deruta, Gubbio, Perugia, Foligno e Orvieto, l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia e l’Università degli Studi di Perugia con il CAMS (Centro di Ateneo per i Musei Scientifici). L’accordo di programma, avviato tra i diversi soggetti partner (di cui il Liceo Artistico “Alpinolo Magnini”/Istituto Omnicomprensivo “Mameli-Magnini” è stato capofila), è nato per dare inizio a un rapporto integrato tra ordini diversi di scuole e per promuovere una collaborazione indispensabile per la crescita e lo sviluppo di nuove relazioni educative, diffuse e permanenti sul territorio, tra i soggetti formativi delle diverse realtà scolastiche. Attraverso “l’adozione” di orti, laboratori e musei dell’Università degli Studi di Perugia, dei Giardini di Villa Cahen a Orvieto e del Museo dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” a Perugia, gli studenti dell’Accademia, dei licei artistici e alcune classi della scuola secondaria di primo grado hanno realizzato dei percorsi didattici integrati, sviluppando un rapporto interdisciplinare tra arte e scienza.

Parole chiave
educazione museale, orti botanici e musei, licei artistici, Accademia di Belle Arti.

Mutual Actions and Mutations between art and science

Abstract

“Mut(u)azioni tra arte e scienza” is a project funded by the MIUR (Ministry of Education, University and Research - Competition Law 6/2000 - 2014), envolving participants belonging tothe Umbrian artistic high schools of Deruta, Gubbio, Perugia, Foligno and Orvieto,the Academy of Fine Arts “Pietro Vannucci” of Perugia and with CAMS (University Center for Scientific Museums) of the University of Perugia. The programme agreement between the different partners (of which the Artistic High School “Alpinolo Magnini”/Comprehensive Institute “Mameli-Magnini” was the front runner), was created to initiate an integrated relationship between different orders of schools and to promote a relationship of collaboration indispensable for the growth and development of new educational relationships, widespread and permanent on the territory, among the training actors of different school realities.Through “the adoption” of gardens, laboratories and museums of the University of Perugia, the gardens of Villa Cahen in Orvieto and the Museum of the Academy of Fine Arts “Pietro Vannucci” in Perugia, students of the Academy of Art, artistic high schools and certain middle school classes, created integrated didactic pathways, developing an interdisciplinary relationship between art and science.

Keywords
museum education, botanical gardens and museums, artistic high schools, academy of fine arts.

p. 202 / Agosto 2019 - N. 19

Riassunto

La costituzione di reti museali locali facilita indubbiamente la condivisione di tematiche e aspetti culturali differenti, che, se utilizzati in modo condiviso, sono anche volano di una crescita e di uno sviluppo del territorio. Non va dimenticato infatti che l’etnografia di un territorio dipende e prende il via dall’ambiente e dal paesaggio di quel luogo. È così quindi che musei naturalistici, storici, etnografici, artistici non solo possono dialogare e condividere progettualità ed esperienze, ma diventano fulcro per la rigenerazione di un territorio. È questo l’esempio della rete museale dell’Oltrepò pavese che con i suoi musei eterogenei, sia nella tipologia sia nella gestione/organizzazione, sta sviluppando una progettualità condivisa che si sta dimostrando veramente fondamentale nella ripresa culturale e turistica, quindi anche sociale ed economica, di questo piccolo lembo di Appennino. In particolare, l’opportunità di sviluppare un progetto legato al paesaggio e all’ambiente e cofinanziato da Fondazione CARIPLO ha permesso, in collaborazione con ANMS, di ottenere risultati inaspettati. Lo spunto era il rinnovamento a livello espositivo e multimediale di alcune sedi museali dislocate in piccoli borghi di montagna. In realtà, condividendo un percorso a più ampio raggio, si è dato avvio a una grande trasformazione che parte proprio dall’identità di questi piccoli musei e dal loro approccio con il territorio, la cittadinanza e il pubblico. Si è lavorato sul che cosa significa per il territorio ciascuna di queste realtà, sulle emozioni, sulla consapevolezza del loro valore e delle collezioni, sino ad arrivare al loro ruolo sociale, che non è solo di esposizione di reperti, ma è anche quello di depositari di una cultura immateriale che sta scomparendo o comunque trasformandosi. L’utilizzo dei nuovi cittadini, ovvero di un gruppo di migranti ospitati in questi piccoli borghi, si è rivelato prezioso, sia per l’apporto di volontariato profuso, sia per il loro contributo in termini di esperienza e di confronto di storie che porta a vedere, ad esempio, come anche noi siamo stati migranti. Si sta quindi lavorando alla costruzione del nuovo attraverso una storia antica, utilizzando argomenti tradizionali, ma con approcci innovativi. Un paradigma che si sta scardinando, ma che ci si auspica possa essere volano per un reale cambiamento di tutto questo territorio che sta perdendo la propria identità, attraverso lo spopolamento e l’inevitabile mutamento del paesaggio, visibile stagione dopo stagione, sempre più.

Parole chiave
museo, territorio, identità locale.

Museums in network for the regeneration of a territory

Abstract

The establishment of local museum networks undoubtedly facilitates the sharing of different cultural issues and aspects, which, if used in a shared way, are also the driving force of growth and development of the territory. It should not be forgotten, in fact, that the ethnography of a territory depends and takes off from the environment and landscape of that place. So it is therefore that naturalistic, historical, ethnographic and artistic museums can not only dialogue and share projects and experiences, but become the fulcrum for the regeneration of a territory. This is the example of the museum network of the Oltrepò Pavese that, with its heterogeneous museums, both in its typology and in its management / organization, is developing a shared project that is proving truly fundamental in the cultural and tourist recovery, therefore also social and economic. of this little corner of the Apennines. In particular, the opportunity to develop a project related to the landscape and the environment and co-funded by the CARIPLO foundation, has allowed, in collaboration with ANMS to obtain unexpected results. The idea was the renewal at an exhibition and multimedia level of some museums located in small mountain villages. In reality, sharing a broader path, we are given a great transformation that starts from the identity of these small museums and their approach with the territory, citizenship and the public. We have worked on what each of these realities means for the territory, on emotions, on the awareness of their value and collections, up to their social role, which is not only the exposition of exhibits, but also of depositaries of a immaterial culture that is disappearing or otherwise transforming. The use of new citizens, or a group of migrants hosted in these small villages has proved invaluable both for the contribution of volunteering and for their contribution in terms of experience and comparison of stories that leads to see how we have been migrants for example. We are therefore working on the construction of the new through an ancient history, using traditional subjects, but with innovative approaches. A paradigm that is being undermined, but that we hope will be able to fly for a real change in all this territory that is losing its identity, through the depopulation and the inevitable change of the landscape, visible season after season, more and more.

Keywords
museum, territory, local identity.

p. 206 / Agosto 2019 - N. 19

Riassunto

Il nuovo allestimento “Mineraliter. Pietre mirabili tra Medici e Natura” è stato inaugurato recentemente dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze presso la storica sede della sezione di Zoologia “La Specola”. Grazie alle pietre lavorate della collezione medicea, l’esposizione ci porta alle origini del collezionismo, fenomeno che sarà alla base della nascita delle Wunderkammern, da cui deriveranno i moderni musei. Il percorso, articolato in quattro sale, prosegue con la tematica del collezionismo moderno rappresentato dalle collezioni Ponis e Giazotto, entrambe molto consistenti, con campioni di dimensioni eccezionali provenienti perlopiù dal Brasile e dall’Italia. Altri capolavori esposti sono gli zolfi della Sicilia e le “sculture naturali” rappresentate dalla gogotte silicea e dalle rose del deserto. In chiusura di percorso alcuni splendidi reperti di arte glittica sono associati ai minerali da cui sono stati ricavati.

Parole chiave
minerali, arte glittica, Medici, Wunderkammer.

The new outfitting “Mineraliter” of the Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze

Abstract

The new outfitting “Mineraliter. Pietre mirabili tra Medici e Natura” has been opened by the Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze at the historic location of the “La Specola”, where the zoological section is also exposed. Thanks to the specimens of the so called “collezione medicea”, the exhibition brings us to the origin of the phenomenon of collecting. This was the basis of the birth of the Wunderkammern, from which the modern museums derive. The path of the exhibition, divided into 4 rooms, follows with the modern collecting, represented by the Ponis and Giazotto collections, both very numerous, with extraordinary samples from Brasil and Italy. Other exposed specimens are the sulphur samples from Sicily and the “natural sculptures” represented by the arenaceous gogottes and the desert roses of gypsum. At the end of the path some marvellous objects belonging the carved stones collection are associated with the minerals from which they were carved.

Keywords
minerals, glyptic art, Medici, Wunderkammer.

p. 209 / Agosto 2019 - N. 19

Riassunto

Raccontare una storia sul luogo è una scelta diversa dalla consuetudine di mettere una semplice targa per segnalare il “dove” di un evento. Partendo dal ritrovamento dei luoghi che, negli anni ’50, videro la costruzione dei primi calcolatori italiani, un progetto degli studenti del corso di laurea in Informatica Umanistica dell’Università di Pisa ha reso fruibile al pubblico una storia di scienza e tecnologia. L’articolo discute i motivi per i quali è importante ricordare le Calcolatrici Elettroniche Pisane e descrive le fasi e le scelte del progetto: dal finanziamento con i fondi per le attività studentesche, all’installazione dei pannelli, alla soluzione per la comunicazione in più lingue.

Parole chiave
storia tecnologica, informatica, comunicazione.

Storytelling on the spot: the Electronic Computers of Pisa

Abstract

The usual way to signal where an historical event took place is by putting up a plaque. The paper is about a different choice: the place is exploited to tell the whole story. A recent research discovered the places where, in the 50s, the first Italian computers were built. Starting from this result, a project undertaken by students of the Digital Humanities degree of the University of Pisa has made a story of science and technology attractive to the public. In the following we discuss the importance of remembering the two electronic computers made in Pisa. We also describe the phases of the students’ project and the choices made: how funding was received from the University, the installation of the panels and the solution adopted for multilingual communication.

Keywords
history of technology, computer science, communication.

p. 212 / Agosto 2019 - N. 19

Riassunto

“Prima dell’emmepitré” è una collaborazione fra un progetto di ricerca in storia dell’informatica e un negozio di dischi da collezione. Informatica e musica sono due mondi solo all’apparenza distanti: i punti di contatto sono occasioni per coinvolgere un pubblico più ampio parlando, insieme, di arte e costume, di scienza e tecnologia. Per esempio, la musica è un buon esempio per dare un significato concreto a termini come “analogico”, “elettronico”, “digitale”. “Pixel a 45 giri”, l’ultimo degli eventi organizzati da “Prima dell’emmepitré”, è una mostra/installazione che usa le copertine dei 45 giri come pixel per comporre la scritta “Prima dell’MP3”. Oltre l’effetto scenografico e la rassegna su quarant’anni di musica pop, l’installazione è anche un’occasione per riflettere sul significato di “multimediale” e “interattivo”.

Parole chiave
informatica, musica, installazione.

Before MP3, 45rpm pixels: connecting music and technology

Abstract

“Prima dell’emmepitre” (Before MP3) is a collaboration between a research project about the history of computing and a collectible record store. Computer science and music are distant worlds only at a first glance: their many contact points are opportunities to involve the audience by talking about art and popular culture, science and technology. For instance, music is a good example to give meaning to terms such as “analog”, “electronic”, “digital”. “Pixel a 45 giri” (45rpm pixels) is the last event organized by “Prima dell’emmepitré”: it is an exhibit that uses the covers of 45rpm records as pixels to compose the writing “Prima dell’MP3”. Besides the scenic effect and the glimpse on forty years of pop music, the exhibit is also an opportunity to think about the meaning of terms like “multimedial” and “interactive”.

Keywords
Before MP3, 45rpm pixels: connecting music and technology

p. 216 / Agosto 2019 - N. 19

Riassunto

La sezione di Chimica del Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze conserva una collezione di circa trecento coloranti organici, la Collezione Bigiavi, preparati negli anni Trenta del Novecento dal dott. Dino Bigiavi, assistente di Angelo Angeli. Recentemente il Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff” dell’Università degli Studi di Firenze ha ricevuto un’importante e particolare donazione. Si tratta del Fondo Jolles: circa centocinquanta documenti e fotografie appartenuti a Zvi Enrico Jolles, chimico di origine polacca di portata internazionale, pioniere della chimica applicata, espulso dall’Italia in seguito alle leggi razziali. Tra le lettere conservate nel Fondo Jolles, con stupore abbiamo constatato che è presente la corrispondenza tra Jolles e il padre di Dino Bigiavi e altri colleghi, attraverso la quale sarà possibile ricostruire nei dettagli la vicenda del giovane chimico italiano, chiarendo le circostanze ignote della sua scomparsa.

Parole chiave
memoria, carteggio, museo di chimica, leggi razziali.

The role of the museum between “Remembrance” and “memories”

Abstract

The Chemistry section of the Natural History Museum of the University of Florence preserves a collection of about three hundred organic dyes, the Bigiavi Collection, prepared in the 1930s by Dr. Dino Bigiavi, assistant to Angelo Angeli. Recently the Department of Chemistry “Ugo Schiff” of the University of Florence received an important and special donation. This is the “Jolles Fund”: around one hundred and fifty documents and photographs belonging to Zvi Enrico Jolles, a chemist of Polish origin of international scope, pioneer of Applied Chemistry, expelled from Italy following the racial laws. Among the letters preserved in the Jolles Fund, we found with amazement that there is a correspondence between Jolles and the father of Dino Bigiavi and other colleagues, through which it will be possible to reconstruct in detail the story of the young Italian chemist, clarifying the unknown circumstances of his disappearance.

Keywords
memory, correspondence, chemistry museum, racial laws.

p. 221 / Agosto 2019 - N. 19