Mostre


Racconti di Carta e di Natura. Mostra di pittura naturalistica

Vi aspettiamo il 6 novembre alle ore 12:00 per l'inaugurazione della meravigliosa mostra di Angelo Speziale nelle sale del Museo Malakos.
Siamo felici di annunciare l'esposizione delle opere dell'artista, che durerà per un intero mese e sarà visitabile negli orari di apertura del museo.
Profilo dell’artista e presentazione della mostra
La pittura naturalistica e l’illustrazione scientifica fondano i loro principi nell’osservazione, nella descrizione e rappresentazione delle forme viventi botaniche, zoologiche e degli ambienti in cui essi vivono, adoperandosi con la massima fedeltà di trovare un equilibrio tra la complessità propria della Natura e dei suoi protagonisti e la banalizzazione delle morfologie attraverso cui essa si manifesta, esaltandone i caratteri distintivi e funzionali.
Banalizzazione non va intesa come omissione ma l’esplicazione in termini comprensibili ma rigorosi delle forme complesse.
Per questo motivo l’illustrazione scientifica oggi occupa ancora un ruolo importante per corredare le pubblicazioni specialistiche e divulgative, fornendo a queste un mezzo di grande impatto visivo e emotivo.
I termini “pittura naturalistica”, che raggruppa gli aspetti della pittura botanica e zoologica, e “illustrazione scientifica” sono spesso usati con una accezione simile ma si preferisce utilizzare pittura naturalistica e le sue derivazioni come rappresentazione con finalità divulgative.
I canoni basilari per la costruzione della moderna iconografia naturalistica restano ancora quelli redatti in epoca rinascimentale, generati dalla collaborazione tra scienziati e artisti, che scardinarono le infondate interpretazioni dei fenomeni naturali radicatesi nel Medioevo, approdando così a una nuova concezione dello studio e della rappresentazione delle forme viventi.
Ciò diede il via alle prime e innumerevoli opere a stampa di divulgazione scientifica.
La storia dell’iconografia scientifica è cambiata nel corso dei secoli e la descrizione della Natura ha assunto tratti sempre più moderni e confacenti alle esigenze divulgative dei tempi correnti.
Oggi, pur persistendo ancora in alcuni artisti qualche residuo della passata epoca gloriosa, tra i contemporanei prende sempre più struttura un modo più coinvolgente e attualizzato di raccontare il mondo naturale e l’illustrazione sta abbandonando quell’idea riduttiva di semplice immagine didascalica fine a sé stessa.
Una postura dinamica, la messinscena di una situazione reale, l’esaltazione di una struttura armoniosa non hanno solo il fine di far conoscere una situazione comportamentale o la morfologia di un soggetto ma portano in sé una maniera più accattivante di descrivere, anzi di raccontare gli esseri viventi e i fenomeni naturali, lontana dalla fissità spesso fredda di una tavola da erbario.
Un antesignano di questa nuova forma di ritratto dei viventi in condizioni naturali fu Albrecht Durer, che già nel ‘500, da attento osservatore delle interazioni tra gli esseri viventi, introdusse l’idea molto moderna di rappresentare gli elementi naturali in associazione tra essi, secondo un preciso schema ecologico, come ad esempio nel mirabile quadro della “Grande zolla d’erba”, che può essere interpretata, oltre la composizione squisitamente artistica, come l’intuizione della Fitosociologia ante litteram. Fu affiancato, in quel fervido periodo di conoscenza e sperimentazione, da tutti quegli artisti che tra la fine del ‘400 e il ‘600 condussero studi di anatomia e sul movimento animale, quali Leonardo da Vinci, finalizzati a restituire “vita” alle loro opere.
Seppure la mia ricerca di una forma espressiva personale nasce indipendentemente da qualsiasi influenza, partendo da uno stato originario più istintivo che tecnico, dovuto alla mia formazione da autodidatta, mi sono ritrovato inevitabilmente a condividere la traccia operata dai maestri del passato e in particolar modo quelli ottocenteschi, tra i quali i molti artisti che al soldo degli esploratori e dei conquistatori delle “nuove terre”, furono incaricati di ritrarre piante, animali e paesaggi e tutto ciò che era impossibile conservare fino al loro ritorno in patria.
La mia interpretazione nel ritrarre la Natura si sviluppa da un’esigenza di costruire sperimentando, da un lato gli aspetti della tecnica del disegno e della pittura e dall’altra, dalla mia formazione scientifica, acquisita sulla base dei miei studi universitari e dalla lunga collaborazione, in qualità di disegnatore scientifico, con l’Ateneo di Perugia.
I due aspetti, sono cresciuti di pari passo nel mio lavoro di divulgazione e sono temi di riflessione continua e hanno contribuito a delineare e sviluppare una mia concezione in senso totale della vita umana e dei fenomeni naturali, legati in modo imprescindibile l’uno con l’altro.
Nascono sotto questa ottica le mie tavole naturalistiche riguardanti le faune del Lago Trasimeno e dei Parchi Naturali dell’Umbria, in cui le complesse relazioni tra i soggetti naturali e l’ambiente non sono semplicemente accennati bensì indagati e sottolineati e possibilmente evocativi di sensazioni, di emozioni e di odori. Con lo stesso intento, nelle tavole dedicate alle conchiglie, rendere manifesta la loro complessa architettura è una maniera per evidenziare che in Natura non esiste la semplificazione delle soluzioni, ma l’efficienza e il metodo, non esiste prevaricazione ma l’equilibrio e la collaborazione.
Le tavole botaniche della flora spontanea, come già detto ricalcano lo schema che fu del maestro Durer, focalizzano il soggetto principale con il contorno delle erbe ad esso associate e possibilmente amo aggiungere animali che ne condividono l’ambiente da impollinatori o da predatori.
Nella serie dei frutti e degli ortaggi recuperati da coltivazioni dimenticate ha prevalso da parte del committente la richiesta di tavole nello stile della Pomona Italiana del Gallesio, straordinaria pubblicazione sui frutti antichi, risalente all’800, con lo scopo di fornire al fruitore della pubblicazione i principali elementi di identificazione delle piante stesse e il piacere di confrontarsi con lavori illustrati dalla matita e dal pennello dell’artista.
I quadri dedicati alle conchiglie sono esposti sia nel modo tradizionale di presentazione, recto-verso, sia attraverso una libertà artistica “sognante”, come nella serie dedicata a Siratus alabaster, nelle tavole di Tibia fusus e in quella dei Terebridi, sempre tenendo presente il rigore scientifico delle strutture.
C’è sempre un lavoro continuo di ricerca espressiva nel proporre la conoscenza del mondo naturale, che non è solamente di soddisfazione per l’artista, durante il suo percorso di indagine ma anche nell’offrire vie stimolanti, spunti di riflessione per gli amanti della Natura e per coloro che non si sono mai soffermati abbastanza nell’osservarla approfonditamente.
Ingresso compreso nel biglietto di accesso al museo Malakos 3 euro a persona sopra i 6 anni.
Green Pass obbligatorio.