Mostre


BioArt. Ricerche d'avanguardia e immaginario artistico

Installazione temporanea nell’ambito del progetto

ACDC – Artificial Cells with Distributed Cores

 

Palazzo delle Albere, 30 novembre 2022 – 8 gennaio 2023

 

 

Cloroplastic e Sintetica sono le due opere - risultato di un percorso di condivisione e partecipazione svolto con artisti e pubblico sui temi della biologia sintetica e della vita artificiale - che costituiscono l’installazione temporanea “BioArt. Ricerche d’avanguardia e immaginario artistico”. Visitabile a Palazzo delle Albere dal 30 novembre 2022 all’8 gennaio 2023, l’esposizione è stata realizzata dal MUSE nell’ambito del progetto europeo ACDC – Artificial Cells with Distributed Cores, che affronta da vari punti di vista il tema della biologia sintetica, disciplina basata sull’idea di poter modificare e costruire organismi viventi in maniera controllata e mirata, con l’obiettivo di compiere dei compiti e delle funzioni specifiche.

 

“Questa installazione – spiega Lucilla Galatà, referente del progetto per il MUSE - vuole mostrare i risultati di un percorso che abbiamo intrapreso in museo nell'ambito del progetto ACDC, per coinvolgere la comunità su ricerche al confine tra naturale e artificiale, vivente e non vivente, ricerca scientifica e pratiche artistiche. L'obiettivo finale è quello di invitare il pubblico a guardare oltre queste dicotomie e di ispirare nuove connessioni e riflessioni”.

 

La biologia sintetica è una disciplina recente e stimolante, allarga infatti gli orizzonti della conoscenza dei sistemi viventi, ponendo al contempo diversi interrogativi: cosa si intende per vita? Cosa significa costruire nuovi organismi viventi? Quando si parla di vita artificiale, quali questioni etiche e morali devono essere considerate?

 

A queste domande provano a dare una risposta ricercatori, ricercatrici, startupper, artisti e studenti coinvolti nelle attività di ricerca e disseminazione del progetto ACDC. l loro punti di vista sono raccolti in un video che affianca le installazioni nel percorso espositivo con l’obiettivo di ispirare nuove riflessioni sul progresso scientifico e avviare una discussione su temi che spesso viaggiano sulla linea di confine tra vivente e non vivente.


LE INSTALLAZIONI PRESENTATE

 

CLOROPLASTIC

Opera collettiva, ispirata alla natura e in grado di reagire a stimoli provenienti dall’ambiente, risultato del percorso di condivisione del sapere scientifico avvenuta nel corso degli Open Talks&Labs organizzati dal MUSE nell’ambito del progetto ACDC.

L’opera è ispirata ai cloroplasti, organuli presenti nelle cellule vegetali dove avviene la fotosintesi clorofilliana. È stata costruita in modo partecipato, attraverso l’utilizzo di tecniche di fabbricazione digitale e di laboratorio biotecnologico.

In Cloroplastic, i visitatori che interagiranno con l’opera forniranno la luce necessaria alle piante per attivare il processo di fotosintesi. L’installazione ospita piante di Impatiens walleriana messe a dimora dai partecipanti agli Open Lab, attraverso l’utilizzo di tecniche di micropropagazione.
La membrana esterna è stata realizzata utilizzando biopolimeri di origine vegetale attraverso un processo di stampa 3D dagli Hub di WASP (società italiana che progetta, produce e vende stampanti 3D, impegnata in diversi progetti di arte e cultura).

Il sistema di prototipazione elettronica che permette a Cloropastic di reagire è stato invece realizzato utilizzando il microcontroller Arduino dal MUSE FabLab, un laboratorio di fabbricazione digitale in contatto con la comunità mondiale di makers e innovatori.

 

SINTETICA

Una nuova forma di vita digitale

Esperimento di arte digitale che possiede molte caratteristiche dei sistemi biologici viventi, frutto di una Bioart challenge, una call per creativi, artisti e designer per avviare un percorso di ricerca artistica sulle tematiche del progetto ACDC lanciata nel 2021.

L’artista vincitore, Giuseppe Lo Schiavo ha esplorato i diversi significati di vita artificiale: si può trovare la vita anche nel web, in forma digitale? La tecnologia e i dati possono essere considerati una nuova forma di organismo vivente?

 

“Per realizzare l’opera Sintetica – spiega Lo Schiavo - ho lavorato con i ricercatori del progetto europeo ACDC che portano avanti una ricerca avanguardistica con l’ambizione di creare un’ibridazione tra naturale e artificiale. Lavorare a stretto contatto con i ricercatori del CIBIO (Centre for Integrative Biology) dell’Università di Trento mi ha permesso di esplorare nuove forme espressive e di avvicinarmi alla biologia sintetica con un’opera sperimentale, Sintetica, che si presenta come una nuova forma di vita artificiale digitale. Con Sintetica ho cercato di espandere l’idea di organismo vivente presentando un’entità che possiede molte caratteristiche comuni ai sistemi viventi e che però vive all’interno della rete. Il digitale ci permette di esplorare la realtà anche attraverso la sua imitazione e attraverso la creazione di nuove realtà conoscibili”.

 

Sintetica vive infatti in una pagina web e si modifica in base ai dati raccolti in tempo reale dall’Hedonometer, uno strumento che misura la felicità basandosi sulle parole utilizzate dagli utenti del social media Twitter. Il suo corpo è costituito da video registrati presso il laboratorio di Biologia sintetica dell’Università di Trento, si nutre delle visualizzazioni che riceve, può riprodursi, ammalarsi e come tutti i viventi morire.

 

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Il progetto ACDC

Il progetto europeo ACDC – Artificial Cells with Distributed Cores muove dalle conoscenze acquisite sui meccanismi biochimici che avvengono nelle cellule dei sistemi viventi, per progredire nello sviluppo (design, costruzione e programmazione) di sistemi chimici sintetici responsivi, cioè capaci di adattarsi per assolvere a varie funzioni on demand.

Il progetto è stato avviato a gennaio 2019 e terminerà a luglio 2023. Gli enti partner sono università europee (Università di Trento, Università di Cardiff, Università di Scienze Applicate di Zurigo), società biotech (Explora Biotech e Elvesys Microfluidics Innovation Center) e il MUSE di Trento.