Altro

LECTURE DI MARIO DONDERO - "Volevo fare il marinaio poi sono diventato fotografo"

"Volevo fare il marinaio poi sono diventato fotografo", parole di Mario Dondero, leggenda vivente e vivace del fotoreportage. Classe 1928 di ceppo ligure, partigiano in val d'Ossola collabora giovanissimo a "L'Avanti", "l'Unità", "Milano Sera", "Le Ore", dapprima scrive e poi, un po' per evitar le "menate fastidiose della redazione", un po' per viaggiare: inizia a fotografare imparando "i primi rudimenti, oltre a una certa aggressività e disinvoltura necessaria per fare il mestiere". Tra Milano, Parigi e il mondo racconta quel che vede attraverso "L'Espresso", "L'Illustrazione Italiana", "Le Monde", "Le Nouvel Observateur", per citarne alcuni.

Alcune sue fotografie sono le fotografie che abbiamo in mente di un determinato periodo, di un determinato personaggio: la Parigi di Sartre, il Nouveau Roman, la Roma di Elsa Morante e Moravia, Milano con Mulas, fino alla Cambogia dei Khmer rossi, la Grecia dei colonnelli, Franco e la Spagna, passando per Beckett, Bacon, Pasolini, Giacometti a Venezia, Man Ray e poi e poi. Non ha mai smesso di credere nella forza esplorativa dell'immagine, nella generosità della ricerca e in Robert Capa come a un maestro e che l'ironia sia la migliore delle compagnie. È stato chiamato in moltissimi modi ma quando si presenta dice: "mi chiamo Mario Dondero, sono un fotoreporter".

Mario Dondero si racconta, in una lecture presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, in concomitanza di una mostra di suoi lavori allestita presso CorsoMagenta10.
Si intitola Posso Farle Una Foto? e raccoglie 17 ritratti di Mario Dondero insieme a una selezione di opere dei fotografi: Salvatore Bongiorno, Carlo Di Pasquale, Giuseppe Di Piazza, Leandro Manuel Emede, Federica Lazza, Simone Lonati, Lia Pasqualino, Elisa Ci Penagini, Rocco Toscani, ZEPstudio.

Posso Farle Una Foto? è un progetto realizzato a favore di Bambini Cardiopatici nel Mondo AICI Onlus, perché "bisogna essere generosi, e chi non lo è ha capito poco".