Febbraio 2014 - N. 11

Memorie

Anno: 2014
Volume: 11

Riassunto

Scoprire, recuperare, fotografare, inventariare, catalogare, restaurare e, solo al termine di tale percorso, collocare in modo adeguato consentendone la fruizione, sono i “sette comandamenti” del Centro Servizi di Ateneo CUTVAP (centro universitario tutela e valorizzazione antico patrimonio scientifico) dell’Università di Siena, divenuto nel tempo centro di eccellenza per le sue competenze nell’ambito della strumentazione storico - scientifica, con particolare riguardo a quella medica. Ma, fin dalla sua istituzione nel 1994, il Centro ha puntato non solo alla salvaguardia di tale patrimonio, che oggi consta di un deposito organizzato di circa 5.000 pezzi in gran parte organizzati in collezioni, ma anche a intendere lo strumento scientifico quale una delle testimonianze, assieme alla documentazione di archivio e ad altre fonti, per “fare storia”: dell’istituzione di provenienza, della ricerca e dell’insegnamento per il quale è stato utilizzato, della disciplina scientifica di appartenenza, dell’evoluzione tecnologica in quel particolare ambito. Vetro, modello didattico, strumentazione, preparato, ferro chirurgico, apparecchiatura scientifica assieme alle suppellettili e agli arredi originali, messi in relazione con testi, manuali, cataloghi, fonti archivistiche fanno e consentono, se studiati nella loro complessità, la storia della didattica e della ricerca scientifica.

Parole chiave
strumentaria scientifica, ricerca, università, collezioni universitarie, storia.

The historical research on scientific instruments. The scientific instruments for historical research. The senese collections of scientific tools, events along a path.

Abstract

Discovering, retrieving, photographing, inventorying, cataloging, restoring and, only at the end of this path, placing in an appropriate manner allowing the fruition, are the “seven commandments” of the University Service Centre CUTVAP (University Center for the Protection and Enhancement of Ancient Scientific Heritage) of University of Siena, eventually became a center of excellence for its expertise in historical- scientific instrumentation, with particular reference to the medical one. Since its establishment in 1994, however, the Center has aimed not only to safeguard this heritage, which today consists of an organized deposit of about 5,000 pieces mostly arranged into collections, but also to read the scientific instrument as one of the witnesses , along with archival records and other sources, eligible to “make history”: history of the institution of origin, of research and education for which it was used, of the scientific discipline of reference, of technological development in that particular area. Glass, teaching model, instrumentation, scientific sample, surgical tool, scientific equipment and furnishings, along with the original furniture, put in relation with texts, manuals, catalogs, archival sources make and allow, when studied in all their complexity, the history of teaching and scientific research.

Keywords
scientific instruments, research, university, university collections, history.

p. 42 / Febbraio 2014 - N. 11

Riassunto

La collezione del Museo di Anatomia Patologica di Padova, costituita fra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del Novecento, consiste in circa 1300 reperti anatomici conservati in formalina o a secco. Grazie a ricerche interdisciplinari sono stati analizzati tre reperti: una serie di cere anatomiche raffiguranti le manifestazioni cutanee del vaiolo nell’uomo, nella vacca, nella pecora e nel cavallo risalenti ai primi dell’Ottocento. Un preparato anatomico raffigurante il busto di una giovane donna suicida risalente al 1863, pezzo che vinse la Medaglia d’Oro all’Esposizione Universale di Parigi del 1867. Infine, un altro busto di giovane donna risalente al 1913, conservato a secco, che presenta una rara malformazione denominata “Situs inversus viscerorum”. I risultati ottenuti in tutti e tre questi esempi dimostrano quanto ricca e sfaccettata possa essere una ricerca museale e quanto l’approccio interdisciplinare sia non solo utile, ma anche necessario.

Parole chiave
cere anatomiche, vaccinazione, tannizzazione, Esposizione Universale di Parigi, “Situs inversus viscerorum”.

Three case studies from the pathology museum of Padua: the value of the inter-disciplinary research.

Abstract

The collection of Padua’s Pathological Anatomy Museum, constituted between the second half of nineteenth century and the first decades of twentieth century, is composed of about 1300 specimens dried or kept in formalin. Thanks to interdisciplinary research three specimens were analysed: a series of anatomical waxworks, dated XIX century, that represents cutaneous manifestations of smallpox in human, cow, sheep and horse. An anatomical preparation of a bust of a young suicide lady (1863). This specimen won the Gold Medal at the Paris Universal Exposition. Finally, another bust of a young lady, dried conserved, which dates from 1913 and represents a rare malformation named “Situs inversus viscerorum”. The results obtained in all these three cases show how rich and multi-faceted could be a research in a medical museum and how much interdisciplinary approach is not only useful, but also necessary.

Keywords
anatomical waxworks, vaccination, tannization, Paris Universal Exposition, “Situs inversus viscerorum”.

p. 45 / Febbraio 2014 - N. 11

Riassunto

Le Collezioni Paleontologiche, attualmente conservate presso l’ISPRA, si sono formate nel 1873 in virtù dell'istituzione del Regio Ufficio Geologico. Il patrimonio paleontologico è costituito da circa 100.000 reperti, distribuiti in numerose raccolte fra le quali si evidenzia, per importanza stratigrafica e storica, la collezione Meneghini-Rasetti, costituita da Trilobiti del Cambriano sardo, contenente reperti unici di riferimento a livello internazionale per l’attribuzione della tassonomia. I primi trilobiti furono studiati, pubblicati e figurati da Meneghini. In seguito Bornemann, Matthew, Nicosia, Pillola e Rasetti svolsero studi sulla stessa raccolta, effettuando talora revisioni a livello di genere e/o specie. Rasetti, in particolare, incrementò la collezione con numerosi altri esemplari da lui raccolti, istituendo nuove specie. Nel corso degli anni successivi, i reperti furono più volte oggetto di programmi di ricerca e di convegni internazionali, anche in relazione alla stratigrafia, ai siti di provenienza e alla catalogazione paleontologica.

Parole chiave
collezioni storiche, paleontologia, trilobiti, tassonomia, museologia.

Research and studies on historical collection Meneghini-Rasetti belonging to the Paleontological Collections of ISPRA.

Abstract

The Paleontological Collections nowday preserved in ISPRA, date back to 1873, the year the “Regio Ufficio Geologico” was founded. ISPRA’s Paleontological heritage consists of about 100.000 samples, distributed in smaller collections, each one of high scientific, historical and museological value. Among them, we’d like to point out the Meneghini - Rasetti Collection, which consists essentially of Trilobites coming from Cambrian rocks of Sardinia. It contains unique specimens of high importance for international taxonomy. These Trilobites were studied for the first time by Meneghini, who published scientific and taxonomic data about them. After him, paleontologists such as Bornemann, Matthew, Nicosia, Pillola and Rasetti carried out other studies on the same Trilobites collection and, sometime, revised the specie’s taxonomic name. Rasetti, particularly, increased this collection with numerous new specimens and discovered new species. Subsequently these Trilobite specimens were the object of many research projects and international conferences.

Keywords
historical collections, paleontology, trilobites, taxonomy, museology.

p. 49 / Febbraio 2014 - N. 11

Riassunto

Presso l’Orto Botanico Universitario di Modena, è stata rinvenuta una collezione di lettere, datate 1799-1849, accompagnata dal catalogo a firma del destinatario, Giovanni De Brignoli di Brunnhoff, direttore dell’Orto e titolare della relativa cattedra (1817-1857). La collezione (755 lettere), conta 193 corrispondenti: per ognuno il “Catalogus” riporta un commento di Brignoli. Per nascita, stranieri e italiani si equivalgono; fra i primi emergono gli studiosi mitteleuropei, area con la quale Brignoli era ben integrato. Il maggior flusso di lettere viene da Nord-Centro Italia e le altre da 20 stati. Fra i corrispondenti citiamo: C.A. Agardh, A.L. De Candolle, G. Gallesio, J.S. Henslow, G. Jan, J. Lamouroux, C.F. Martius, C.G. Nees von Esenbeck, J. F. Schouw, C.P. Thunberg. La raccolta è l’esempio inedito di una rete internazionale di scambio di conoscenze, che comprende accademici, curatori, cacciatori di piante, cultori e fitofili. Il completamento delle trascrizioni porterà informazioni sulla storia della botanica.

Parole chiave
epistolario, botanici, prima metà 1800, Europa.

A recovered treasure: Autographoteca Botanica Horti R. Archygymnasii Mutinenis.

Abstract

In the University Botanical Garden of Modena, a collection of letters dated 1799-1849 was found, together with a catalogue signed by the recipient Giovanni De Brignoli from Brunnhoff, director of the Botanic Garden and regular professor of Botany and Agriculture (1817-1857). The collection (755 letters) counts 193 correspondents: for each one, the “Catalogus” refers a comment by Brignoli. The foreigner and Italian correspondents are equal in number; among the first ones scholars of central Europe are numerous: De Brignoli had well integrated in that area. The major part of the letters comes from North-Central Italy, 20 from other states. Among the correspondents we can cite C.A. Agardh, A.L. De Candolle, G. Gallesio, J.S. Henslow, G. Jan, J. Lamouroux, C.F. Martius, C.G. Nees von Esenbeck, J.F. Schouw, C.P. Thunberg. The collection is an unusual example of an international network for exchange of knowledge including academics, curators, plant hunters, experts and plant lovers. The completion of the transcriptions will provide information about the history of botany.

Keywords
epistolary, botanists, first half of the XIX century, Europe.

p. 54 / Febbraio 2014 - N. 11

Riassunto

Nel complesso del Seminario Vescovile di Treviso è conservato un piccolo erbario composto da Monsignor Giuseppe Carraro con piante raccolte lungo le rive e nelle acque del fiume Sile. Si tratta di oltre trecento esemplari quasi tutti determinati, non sempre in buono stato di conservazione ma riferiti ad un’area che non ci risulta sia mai stata studiata nella prima metà del Novecento, epoca a cui risale la raccolta.

Parole chiave
erbario, Sile, Monsignor Carraro

The green treasure of the Natural Museum of Treviso: Don Carraro’s Herbarium.

Abstract

In the Episcopal Seminary of Treviso has kept a small herbarium made by Don Carraro along the banks and in the river Sile. It is over three hundred specimens not always in good condition but they are referring to an area that has never been studied in the first half of the twentieth century, the period in which the herbarium was collected.

Keywords
herbarium, Sile, Don Carraro.

p. 60 / Febbraio 2014 - N. 11

Riassunto

Il Master Universitario in Tutela e gestione di musei e collezioni di beni naturalistici e storico-scientifici, organizzato dal Centro Servizi di Ateneo CUTVAP del Sistema Museale Universitario Senese con la Fondazione Musei Senesi per l’anno accademico 2010-11, è stato finalizzato all’acquisizione di competenze specifiche sulla salvaguardia del patrimonio storico scientifico intesa come tutela e valorizzazione, realizzabile tramite l'organizzazione delle risorse umane, tecnologiche e finanziarie correntemente a disposizione dei musei scientifici, per la progettazione e gestione di servizi dedicati alla ricerca e alla formazione. Il corso, articolato in cinque moduli, ha affrontato le più importanti problematiche nel campo della museologia scientifica riferibili ai seguenti ambiti: storia dei beni culturali scientifici; valorizzazione e gestione dei musei scientifici; tutela delle collezioni; comunicazione museale e marketing; aspetti educativi e didattici dei musei scientifici.

Parole chiave
beni scientifici, museo scientifico, operatore, ricerca, formazione.

Science museum, operators, research: new perspectives for the formation.

Abstract

The Master’s Degree entitled “Conservation and management of museums and collections of natural history and technological scientific heritage” was organized by the Museum System of the University of Siena in collaboration with the Sienese Museums Foundation for the academic year 2010-2011. This post-graduate course was directed to the acquisition of specific expertise in preservation of historical heritage, especially focused on the protection and valorization of scientific legacy. In this assignment it is very important a careful management of several factors including: the organization of human resources, the technological and financial availability, the expenses for researching and education. The course consists of five modules and it deals with the most important problems in museology for museums of Science, in particular the history of scientific heritage, the valorization and management of science museums, the conservation of collections, the museum communication and marketing strategies, and the organization of educational activities

Keywords
scientific heritage, science museum, research and operators’ training.

p. 63 / Febbraio 2014 - N. 11

Riassunto

Sin dalla loro nascita, la Scuola di applicazione per gl’ingegneri di Torino (1859) e il Regio Museo Industriale (1862), accanto all’attività svolta in aula, proponevano agli studenti la possibilità di frequentare i laboratori o gabinetti, dove venivano sperimentate sul campo le nozioni teoriche. Gli insegnanti si avvalevano di modelli didattici che servivano agli studenti per comprendere “l’anatomia” di uno strumento, potendo essere direttamente consultato e “toccato”. Nel corso dei 150 anni di storia del Politecnico di Torino molti sono stati gli oggetti raccolti e collezionati nei vari Dipartimenti, oltre a tutti gli strumenti creati per la prototipazione e lo studio nei vari laboratori. A questa memoria materiale si lega la storia di docenti e studenti che hanno incrementato la cultura scientifico-tecnologica del nostro Paese. Dal 1997 il CEMED (Centro Museo e Documentazione Storica del Politecnico di Torino) si occupa di raccogliere, restaurare, salvaguardare, studiare, gestire e divulgare i beni culturali legati alla storia dell’Ateneo, organizzandone anche i materiali e i documenti correlati.

Parole chiave
ricerca, conservazione, divulgazione, memoria.

From Earth to Air: research and scientific divulgation at Centro Museo e Documentazione Storica del Politecnico di Torino.

Abstract

Since their founding, Scuola di applicazione per gl’ingegneri di Torino (founded in 1859) and Regio Museo Industriale (1862), together with the activity in the university, used to give the students the possibility to attend laboratories or workshops, where they could directly apply the concepts learnt. Teachers made use of educational models that aimed to help students with understanding the “anatomy” of a tool, as it could directly be employed and handled. Over the 150 years that make up the history of the Polytechnic University of Turin, many tools have been collected and preserved in its different departments, in addition all the prototypes created for study in the different laboratories. This memory made with the materials is enriched by the one deriving from Professors and students who helped implementing the scientific-technologic culture of our country. Since 1997, CEMED (Centro Museo e Documentazione Storica del Politecnico di Torino) has aimed to collect, restore, preserve, study, manage and divulge the cultural patrimony connected with the story of the University, by organizing related materials and documents. The spread of the scientific and technological culture is one of the main goals of CEMED, but since limitations of space at the Centre do not allow to directly showcase the collections to the public, during the years a lot of activities have been developed. Moreover, in recent years, the meetings with the machine “autopsies” have been intensified thus becoming a new way to meet the public, especially those at the school.

Keywords
research, preservation, disclosure, memory.

p. 68 / Febbraio 2014 - N. 11

Riassunto

Don Grossa, della diocesi di Treviso partì nel 1949 come missionario per il Venezuela. Durante la sua permanenza fu un attento studioso delle popolazioni indigene e scrisse riflessioni racchiuse nella bozza di un libro che non fu mai pubblicato. Nel Museo “Don Grossa” di Treviso sono contenuti i reperti collezionati dal prete appartenenti a 11 tribù: Guaicas, Guahibos, Guajiros, Makiritares, Motilones, Panares, Pemones, Piaroas, Yucpas e Yaruros. La particolarità dei reperti è la loro rarità e varietà: manufatti di uso quotidiano, strumenti musicali e per la caccia, tessuti, ornamenti, allucinogeni e boccette contenenti il veleno curaro e afrodisiaci. Inoltre, la fototeca del Seminario Vescovile custodisce fotografie, riprese video e registrazioni audio inedite. Il nostro lavoro sulla collezione si è suddiviso in 3 momenti: catalogazione, volta a creare un database, sia cartaceo che computerizzato, secondo i più recenti standard ICCD; conservazione, con lo scopo ad assicurare al materiale un adeguato mantenimento nel tempo; ricerca, al fine di rendere la collezione fruibile ad un pubblico esperto o meno e restituirle il suo originario valore antropologico e interculturale.

Parole chiave
Venezuela, indigeni, etnografia, Treviso, antropologia.

The Indi population of Venezuela: catalogation, preservation and research within the Ethnographic Museum

Abstract

In 1949 Don Grossa, priest of the Treviso’s Diocese, went to Venezuela. During his stay there he acted as a great anthropologist of local Indigenous populations and wrote a draft of a book which has not been published yet. The Museum “Don Grossa” preserves the artifacts collected by the priest, belonging to 11 tribes of Venezuela. The tribes represented are the following: Guaicas, Guahibos, Guajiros, Makiritares, Motilones, Panares, Pemones, Piaroas, Yucpas e Yaruros. The objects' preculiarity is their variety and rarity: artifacts of daily use, musical instruments, hunting tools, fabrics, ornaments, hallucinogens and bottles containing curare poison and aphrodisiacs. Furthermore, inedited photographs, videos and audio recordings are preserved within the Photo Archive of the Episcopal Seminar of Treviso. Our work on the collection was divided in 3 moments: cataloging, to create a database, according to the updated ICCD’s standards; conservation, to preserve the material during the time; research, to give back to the collection its anthropological and inter-cultural value, by making the objects accessible to the expert as well as to the inexpert audience.

Keywords
Venezuela, indigenous, ethnography, Treviso, anthropology.

p. 73 / Febbraio 2014 - N. 11

Riassunto

Sono stati studiati gli esemplari di ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) e ululone appenninico (B. pachypus) conservati in quattro Musei di Storia Naturale italiani. Su di essi sono state rilevate misure morfometriche, allo scopo di analizzare il dimorfismo sessuale ed acquisite immagini digitali del caratteristico pattern ventrale per studiarne, attraverso tecniche di analisi computerizzata, le caratteristiche e le differenze geografico-popolazionali. Da un punto di vista morfometrico, sono state riscontrate differenze statisticamente significative fra maschi e femmine negli arti anteriori e posteriori, probabilmente legate al comportamento riproduttivo, ma non è stato evidenziato dimorfismo sessuale nelle dimensioni generali. Queste ultime non risultano invece significativamente differenti tra le due specie. Nelle caratteristiche del pattern ventrale è possibile riconoscere un gradiente geografico nella grandezza e distribuzione delle macchie nere e nel rapporto fra le aree delle parti gialle e di quelle nere.

Parole chiave
Bombina variegata, Bombina pachypus, collezioni in alcool, analisi immagini, dimorfismo sessuale.

Nuova vita a vecchi preparati: studi su esemplari di ululone dal ventre giallo.

Abstract

The yellow-bellied toads Bombina variegata and B. pachypus alcohol preserved specimens from four Italian Natural History museums have been studied. The specimens have been measured and photographed. Morphometric body measures have been taken, with the purpose to analyse sexual size dimorphism characters of the species. Snapshots of the characteristic colour ventral pattern of each specimen have been taken, with a tripod mounted digital camera, in order to detect, by means of computer-aided image analysis, pattern based correlations and differences between populations and species. For both species, clues of sexual dimorphism, probably related to the mating behaviour, have been detected in fore and hind-limbs size. However, the overall size of the two species did not significantly differ. Concerning the colour pattern, it has been possible to recognize a geographic gradient in the ratio between yellow and dark coloured parts, as well as in the distribution of size and shape of the dark particles.

Keywords
Bombina variegata, Bombina pachypus, alchool collection, image analysis, sexual dimorphism.

p. 77 / Febbraio 2014 - N. 11

Riassunto

La ricerca del materiale originale dei nomi di piante descritte da Michele Lojacono Pojero viene qui commentato e vengono riportati i problemi incontrati nel lavoro svolto finora su Asteraceae e Orobanchaceae. Lojacono, autore della Flora sicula e di considerevoli contributi relativi preminentemente alla flora della Sicilia, è stato uno tra i più prolifici autori italiani di nomi di piante vascolari della fine XIX e inizio XX secolo.

Parole chiave
nomenclatura, tipificazione, flora siciliana.

The search for Michele Lojacono Pojero’s types in the Herbarium Mediterraneum Panormitanum.

Abstract

The search for original material of the names of plants described by Michele Lojacono Pojero is commented upon, and problems encountered on the work done on Asterceae and Orobanchaceae are mentioned. Lojacono was among the most prolific Italian authors of vascular plants names of the late XIX and early XX Century, author of a “Flora sicula” and of several contributions mainly on the Sicilian Flora.

Keywords
nomenclature, typification, sicilian flora.

p. 81 / Febbraio 2014 - N. 11