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Volume 3/2009 N.1-2 NUOVA SERIE
Museologia Scientifica
Anno: 2009
Volume: 3
Riassunto
Che si chiamino animatori, guide, facilitatori, operatori didattici, le persone che in un museo sono a diretto
contatto con il pubblico sono uno dei fattori determinanti per il successo di una proposta museale. Eppure,
fino a pochi anni fa la comunità internazionale dei musei scientifici non ha sentito il bisogno di interrogarsi
più in profondità su chi siano, cosa facciano o potrebbero fare, come siano inquadrati professionalmente o
come potrebbero esserlo, ecc. Le cose stanno cambiando: la riflessione sul nuovo ruolo dei musei scientifici
nella costruzione del dialogo fra scienza e società ha riportato al centro del dibattito il ruolo dell'animatore.
In questo articolo ripercorreremo alcuni dati quantitativi e qualitativi e alcune riflessioni di carattere generale
emersi recentemente a livello internazionale.
In particolare, sono state identificate una serie di aree di investigazione (e di intervento): la definizione delle
competenze di base e dello status professionale; il problema della formazione inziale e continua; l'identificazione
di indicatori di qualità e l'efficacia; l'integrazione degli animatori nel design delle mostre e negli studi
di valutazione; l’ottimizzazione del flusso di informazioni fra gli animatori e il management; l'evoluzione del
loro ruolo nella generale ridefinizione del ruolo dei musei come centri di negoziazione sociale del sapere
scientifico.
Parole chiave
educazione informale, formazione, professioni, animatori, operatori didattici.
The human face of museums. Scientific explainers in Europe: numbers, activities and training
Abstract
Called explainers, pilots, guides, facilitators, educators, the museum staff in direct contact with the public is one of the key factors
for the success of a museum policy. Nevertheless, till a few years ago the international community of science museums has not felt the
need to explore in deep who they are, what they do or could do, which kind of professional status they have or should have, etc. But
times are changing: the debate on the new role of science museums in the construction of the dialogue between science and society has
brought to the centre-stage the role of explaienrs.
In this paper we will present recent qualitative and quantitative data and literature contributions on the topic. In particular, some
research fields (and action fields) have been identified: the definition of basic competences and professional status; the search for
quality and efficacy indicators; the involvement of explainers in exhibition design and evaluation practices; the improvement of the
communication between explainers and management; the evolution of their role in the general redesign of museums role as centres for
the social negotiation of scientific knowledge.
Keywords
informal education, training, professionalism, explainers, museum educators.
p. 7 / Volume 3/2009 N.1-2 NUOVA SERIE
Riassunto
Lo scopo dell’articolo è analizzare gli obiettivi e i presupposti filosofici della comunicazione scientifica nei
musei. La tesi di fondo è che se uno degli obiettivi della comunicazione nei musei è il miglioramento della
comprensione della scienza da parte del pubblico, occorre che nella presentazione dei contenuti della scienza
e dell’innovazione tecnologica entrino a far parte le dimensioni storiche e le peculiarità epistemologiche della
ricerca scientifica, incluse le dinamiche cognitive della scoperta e dell’invenzione. Numerosi studi dimostrano
che la contestualizzazione storica consente di apprezzare come funziona il metodo scientifico, nonché il fatto
che nella scienza si realizza un effettivo incremento della comprensione esplicativa dei fenomeni. Un approccio
museologico che valorizza la specificità epistemologica della scienza, riconoscendone peraltro l’originario
potenziale conoscitivo nella simulazione di dinamiche adattativa e darwiniane della vita è l’idea di museo
totale di Wagensberg.
Parole chiave
museologia, storia della scienza, epistemologia, costruttivismo, natura innaturale della scienza.
An historical-epistemological discussion of science communication in museums
Abstract
The aim of this paper is to analyze and discuss the goals and the philosophical assumptions behind informal and formal
communication within science museums. The main thesis is that if the aim of science communication should be to improve the public
understanding of science, or even the public commitment with science, it may be requested that the in the representation of scientific
and technological contents the historical and epistemological of scientific knowledge, scientific discovery and technological invention
be put at stake. Several studies show that historical contextualization allow learners and visitors to appreciate how the scientific
methods works, as well as to understand that scientific investigations produce an actual and operating increasing of human
knowledge about natural phenomena. A new museological approach that exploits the epistemological peculiarities of scientific practices,
even representing their very origins within the adaptive Darwinian dynamics of evolutionary processes is the idea of “total museum”
advanced by Wagensberg.
Keywords
museology, history of science, epistemology, constructivism, unnatural nature of science.
p. 22 / Volume 3/2009 N.1-2 NUOVA SERIE
Riassunto
La “Xylotomotheca Italica”, singolare collezione di exsiccata comprendente alcune centinaia di sezioni sottili
di legni, venne realizzata tra il 1905 e il 1927 in più repliche da Adriano Fiori. Le copie vennero distribuite
a numerosi istituti botanici italiani. Nel lavoro vengono illustrate le vicende storiche, l’attuale consistenza e
il tipo di allestimento alquanto differente da quello originale del duplicato custodito presso il Dipartimento
di Arboricoltura, Botanica e Patologia vegetale della Facoltà di Agraria in Portici. Vengono altresì fornite
alcune notizie inedite sulla presenza della “Xylotomotheca Italica” presso alcuni erbari italiani.
Parole chiave
exsiccata, Adriano Fiori, legno, PORUN, sezioni sottili, “Xylotomotheca”.
Adriano Fiori’s “Xylotomotheca Italica” in the Herbarium Porticense (PORUN).
Abstract
The aim of this paper is to analyze and discuss the goals and the philosophical assumptions behind informal and formal
communication within science museums. The main thesis is that if the aim of science communication should be to improve the public
understanding of science, or even the public commitment with science, it may be requested that the in the representation of scientific
and technological contents the historical and epistemological of scientific knowledge, scientific discovery and technological invention
be put at stake. Several studies show that historical contextualization allow learners and visitors to appreciate how the scientific
methods works, as well as to understand that scientific investigations produce an actual and operating increasing of human
knowledge about natural phenomena. A new museological approach that exploits the epistemological peculiarities of scientific practices,
even representing their very origins within the adaptive Darwinian dynamics of evolutionary processes is the idea of “total museum”
advanced by Wagensberg.
Keywords
exsiccata, Adriano Fiori, wood, PORUN, thin section, “Xylotomotheca”.
p. 35 / Volume 3/2009 N.1-2 NUOVA SERIE
Riassunto
Descrizione degli oggetti raccolti da Benedetto Lanza durante le missioni naturalistiche da lui svolte in Somalia ed Etiopia tra il 1962 e il 1978. Molti tra gli oggetti presi in considerazione in questo lavoro, di notevole interesse documentario dell'ancor viva tradizione artigianale del Corno d’Africa, furono esposti alla mostra "Firenze e la Somalia", tenutasi a Firenze nel 1988. In séguito, nel 2004, l’autore della raccolta li ha donati, insieme ad altro materiale, alla Sezione di Antropologia e Etnologia del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze. La collezione Lanza costituisce un prezioso arricchimento delle importanti raccolte etnografiche somale ed etiopiche già presenti in Museo
Parole chiave
etnografia, Etiopia, Somalia, Kenya, Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze.
Somali and Ethiopian material of the “Collezione Etnografica Lanza” presented to the Natural History Museum of the University of Florence
Abstract
Description of the objects collected by Benedetto Lanza during the Italian naturalistic expeditions that he made in Somalia and Ethiopia between 1962 and 1978. Many of the objects described in this paper are particularly significant as documents of the traditional and still active craftsmanship of the Horn of Africa; these were exibited in Florence in 1988 at the exhibition "Firenze e la Somalia". In 2004 Lanza donated his collection to the Section of Anthropology and Ethnology of the Museum of Natural History of the University of Florence. Lanza's collection is a valuable enrichment of the already considerable Museum’s ethnographic holdings from Somalia and Ethiopia.
Keywords
ethnography, Ethiopia, Somalia, Kenya, Museum of Natural History of the University of Florence.
p. 39 / Volume 3/2009 N.1-2 NUOVA SERIE
Riassunto
Recenti ricerche compiute tra il materiale messo a disposizione dalla Linnean Society di Londra hanno permesso
di individuare numerose lettere inviate a Linneo da Giuseppe Monti, Gabriele Brunelli e Ferdinando
Bassi, botanici bolognesi. Mentre Monti e Brunelli inviarono a Linneo una sola missiva, il naturalista svedese
ricevette da Bassi nove lettere e ben 13 campioni di piante, accompagnati a volte da un disegno eseguito con
l’aiuto del microscopio. È ben noto che alcuni di questi campioni, e i relativi disegni, furono utilizzati da
Linneo per la descrizione di specie nuove per la scienza; rappresenta invece una nuova scoperta il fatto che
Bassi ricevette a sua volta da Linneo cinque exsiccata, tuttora presenti nelle sue collezioni conservate presso
l’Erbario dell’Università di Bologna. I cinque campioni linneiani sono la testimonianza degli intensi scambi
culturali occorsi nel XVIII secolo tra Bologna e la comunità scientifica europea, esemplificano l’impatto che
le innovazioni linneiane ebbero anche nell’ambiente scientifico italiano, e fanno luce su un aspetto finora
poco noto della storia dell’Università di Bologna.
Parole chiave
Linneo, Ferdinando Bassi, corrispondenza linneiana, storia della botanica, Bologna.
Linnaean specimens in Ferdinando Bassi’s herbarium in Bologna.
Abstract
Researches in the archives of the Linnean Society of London have led to the discovery of several letters sent from Bologna to Linnaeus
by the botanists Giuseppe Monti, Gabriele Brunelli and Ferdinando Bassi. While Monti and Brunelli sent only one letter each,
Ferdinando Bassi wrote nine letters to the Swedish naturalist; what is more, Linnaeus received from Bassi at least thirteen botanical
specimens, along with accurate drawings of newly discovered species: such drawings and specimens helped Linnaeus to illustrate plant
species never described before. While these specimens are well known and have been the subject of close scrutiny in recent works, it is
a new find that Bassi obtained plants from Linnaeus in his turn. The recent discovery of five autoptic Linnaean specimens in Bassi’s
herbarium, preserved at the Herbarium of the University of Bologna, has provided the opportunity to deepen our knowledge of the
cultural exchanges between Bologna and Northern Europe. Documents and specimens found in Bologna and London highlight the
impact of Linnaean innovations and the development of biological classification in Italy and particularly in Bologna, shedding light
on a previously little-known aspect of the history of the University of Bologna.
Keywords
Linnaeus, Ferdinando Bassi, Linnaean correspondence, history of botany, Bologna.
p. 51 / Volume 3/2009 N.1-2 NUOVA SERIE
Riassunto
La collezione di materiali del Popolo Inuit appartenenti al Centro Studi “Red Eagle Woman - American First
Nations” si compone di 24 pezzi realizzati con diversi materiali: steatite, giada, serpentina, granito, andesite,
perlite, avorio, palchi e ossi animali. Si tratta prevalentemente di sculture che rappresentano la vita quotidiana,
la tradizione, la spiritualità, il mondo soprannaturale e la sopravvivenza di questo popolo. Una cultura
antica ma in evoluzione, tesa al conseguimento dell’autodeterminazione e dell’autogoverno che si sviluppa nel
mondo moderno preservando nel contempo le proprie radici.
Parole chiave
Inuit/Eskimos, Red Eagle Woman, scultura, pietra saponaria.
The collection of Inuit belonging to the Centre of Study “Red Eagle Woman - American First Nations”.
Abstract
The collection of Inuit art and craft belonging to the Centre of Study “Red Eagle Woman - American First Nations” consists of 24
pieces made of different materials: soapstone, jade, serpentine, granite, andesite, perlite, ivory, animal antlers and bones. The sculptures
represent the main part of the collection, they depict everyday life, tradition, spirituality, supernatural world and the survival of this
people. An ancient but evolving culture, which tends to achieve self-determination and self-government and develops into the modern
world preserving its own roots.
Keywords
Inuit/Eskimos, Red Eagle Woman, sculpture, soapstone.
p. 56 / Volume 3/2009 N.1-2 NUOVA SERIE